Enucleoresezione pancreatica
L’enucleoresezione consiste nell’asportazione localizzata di una lesione pancreatica, risparmiando tutto il restante organo (Figura 1). E’indicata in un numero limitato di circostanze (piccole neoplasie benigne o a bassa aggressività, specialmente se di diametro minore di 2 cm).
Una enucleoresezione pancreatica può essere eseguita in sicurezza se:
- La lesione è superficiale
- La lesione è sufficientemente lontana dal dotto pancreatico principale
Se queste condizioni non sono rispettate, il rischio di lesione di un dotto pancreatico secondario o del dotto pancreatico principale è elevato. La rottura dei dotti pancreatici causa una fistola pancreatica, particolarmente difficile da risolvere. Di conseguenza è consigliato studiare i rapporti tra la neoplasia e il dotto pancreatico principale prima dell’intervento con risonanza magnetica e sequenze di colangio-pancreatografia (gli studi di letteratura concordano in una distanza di sicurezza minima di 3-4 mm). La distanza tra neoplasia e dotto può essere confermata attraverso l’ecografia intraoperatoria, che è anche eseguita a fine intervento per confermare che l’integrità del dotto stesso.
L’enucleoresezione è associata a mantenimento della funzionalità esocrina ed endocrina a lungo termine nella quasi totalità dei pazienti, anche se è associata a un tasso di complicanze post-operatorie elevato. Le fistole pancreatiche post-enucleazione tuttavia sembrano nella maggior parte dei casi essere indolenti (di grado A), a meno di lesione del dotto pancreatico principale.
In pazienti selezionati è possibile eseguire l’intervento di enucleoresezione con tecniche mini-invasive. Per maggiori informazioni clicca qui.