Terapia delle neoplasie endocrine multiple (MEN-1)

La Neoplasia Endocrina Multipla di tipo-1 (MEN-1 o sindrome di Wermer) è caratterizzata dalla presenza di iperplasia delle paratiroidi, tumori del pancreas endocrino e tumori dell’ipofisi (in lingua inglese, neoplasie che colpiscono le 3P: parahtyroid, pancreas, pituitary). Come tutte le MEN, la MEN-1 è una sindrome ereditaria con trasmissione autosomica dominante, e ciò implica la necessità di una diagnosi precoce e di un attento studio dei familiari dei pazienti. Il gene responsabile della MEN 1 è un oncosoppressore coinvolto nella crescita cellulare e localizzato nel cromosoma 11. La proteina prodotta da tale gene è stata denominata menina. Affinché si manifesti la sindrome clinica è necessario che alla mutazione germinale si associ una mutazione somatica. Tali mutazioni del gene MEN-1 sono presenti in oltre il 90% delle famiglie affette. Le lesioni neoplastiche manifestano una caratteristica progressione istologica da iperplasia ad adenoma e – talora – a carcinoma.

La percentuale con cui si riscontrano le neoplasie nei soggetti affetti è la seguente:

  • Adenoma/iperplasia paratiroidi >90%
  • Neoplasie del pancreas = 80%
  • Neoplasie dell’ipofisi = 25-50%
  • Altre neoplasie = 5-30%

Le neoplasie neuroendocrine pancreatiche in MEN-1 possono essere sincrone o metacrone con le altre neoplasie tipiche della sindrome, nella maggior parte dei casi si tratta di gastrinomi, insulinomi o altri tumori non funzionanti. Si tratta di lesioni spesso multicentriche e con alto tasso di ricorrenza, e tale caratteristica influenza notevolmente la strategia chirurgica. La chirurgia ab initio è necessaria in caso di insulinoma o in presenza di sintomi tumore-correlati; mentre il ruolo del trattamento chirurgico di piccoli gastrinomi o piccole lesioni non funzionanti (<2 cm) è ancora incerto. 

Come già sottolineato per le neoplasie sporadiche, la diagnosi di piccole lesioni neuroendocrine non-funzionanti asintomatiche è in costante aumento grazie alla sempre maggiore diffusione sul territorio della TAC e della Risonanza Magnetica. Gli studi più recenti suggeriscono che – nel contesto di una MEN-1 – le piccole lesioni pancreatiche non tendono a sviluppare metastasi epatiche, e la loro presenza non influenza in maniera significativa la sopravvivenza a lungo termine. Di conseguenza, un approccio conservativo (sorveglianza clinica e radiologica) è oggi accettato per le neoplasie non-funzionanti <2 cm, riservando la resezione chirurgica in caso di crescita o di sviluppo di metastasi durante il follow-up. Allo stesso modo, l’osservazione nel tempo di gastrinomi di piccole dimensioni è associata, nel contesto di una MEN-1, a un’eccellente sopravvivenza a lungo termine; le manifestazioni della sindrome correlata (Zollinger-Ellison) sono facilmente controllabili con terapia medica. La chirurgia è raccomandata solo per gastrinomi di dimensioni superiori ai 2 cm.

Una volta indicata la chirurgia, anche la scelta dell’approccio è dibattuta. In relazione al singolo caso, si va da interventi estremamente conservativi alla pancreasectomia totale. La pancreasectomia totale è riservata ai pazienti con lesioni multifocali e una storia familiare di mortalità per MEN-1. Le resezioni “tipiche” (duodecocefalopancreasectomia e pancreasectomia sinistra) sono indicate per lesioni di grosse dimensioni, per neoplasie con coinvolgimento linfonodale accertato o per lesioni multifocali concentrate sulla testa o sul corpo-coda. E’ sempre necessaria l’ecografia intraoperatoria per studiare tutto il pancreas, e l’asportazione di altre eventuali lesioni sulle porzioni restanti dell’organo è sempre indicata. L’enucleoresezione è nella maggior parte dei casi eseguita in caso di insulinoma.