A soli 42 anni ci lascia il Dott. Giuseppe Mascetta, dopo una lunga malattia.
Il 6 Aprile, dopo una lunga malattia, è mancato a soli 42 anni il Dott. Giuseppe Mascetta, chirurgo del nostro staff, padre, marito e medico esemplare.
Era il 2000 quando Giuseppe, per noi Pino, iniziava la sua avventura a Verona. Veniva da Pescara e gli abruzzesi – ci spiegava – sono “forti e gentili”.
Pino si è specializzato in Chirurgia Generale nel nostro reparto, e in quegli anni ebbe modo di farsi conoscere e apprezzare. Nel suo percorso formativo non è mancato un periodo di Ricerca all’estero, presso l’Università di Heidelberg in Germania; la passione per la ricerca se l’era portata da casa, già prima di arrivare da noi e di interessarsi di pancreas.
Finita la specializzazione, diventato Chirurgo, Pino ha lavorato per alcuni anni presso il Reparto di Chirurgia Generale dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo con il suo primo maestro, il Dottor Di Sebastiano, con il quale mantenne sempre un debito di riconoscenza: era stato lui a suggerirgli di venire a fare la specializzazione a Verona. Nel 2009, finalmente, Pino vince un concorso e rientra a Verona. Prima sotto la guida del Professor Pederzoli e poi del Professor Bassi, torna a testa bassa a combattere la battaglia quotidiana contro i tumori del pancreas. E lo fa come meglio sa fare, in sala operatoria.
E’ un periodo vissuto intensamente, operando e insegnando ai più giovani a operare. Sono giorni, notti, fine settimana e feste comandate… sono pazienti da seguire con tutto il cuore. Siamo sicuri che Pino, in quegli anni, sia stato un uomo appagato e felice.
L’intensità del lavoro non è mai stata di peso per Pino, che ha continuato a lavorare anche con la malattia, una neoplasia cerebrale. Ha subito diversi interventi, ed è sempre tornato in reparto il prima possibile, aspettando il minimo indispensabile affinché le cicatrici si coprissero con un po’ di capelli. Per “non spaventare i pazienti” indossava la cuffietta di sala operatoria. Ha continuato a lavorare anche mentre faceva chemioterapia, senza mai un lamento, nemmeno con noi: non voleva compassione, non voleva sconti. Finché le gambe – sempre più incerte – glielo hanno consentito, è venuto a lavorare.
Per tutti noi, suoi colleghi e compagni di lavoro, oggi ci lascia un amico. Ci lascia Pino, con la sua presenza discreta e mite, mai prevaricante, con la sua passione, la sua perseveranza, la sua onestà e l’amore che metteva nel fare le cose, la sua capacità di “sentire” i sentimenti degli altri, la sua disponibilità pronta e disinteressata, la sua naturale empatia con i pazienti. Ha curato i malati, ha affrontato con coraggio il lavoro, la vita, la malattia e la morte.
Tra qualche giorno lo studio di Pino sparirà sotto i colpi delle ruspe, in azione per costruire una nuova ala della nostra sede ospedaliera: sembra un segno preciso. Di Pino ce n’è uno solo, nessuno mai potrà prendere il suo spazio, la sua scrivania e, in qualche modo, potrà sbiadirne la memoria.
C’è un altro segno che non deve passare inosservato. Pino ha atteso il passaggio della Pasqua per lasciarci, quasi a volerci ricordare che lui aveva già sperimentato più volte la sua primavera, la sua resurrezione. Tutte le volte che era riuscito a tornare nel suo habitat naturale della sala operatoria, Pino “rinasceva”. E lo capivi dai suoi occhi.
Ciao Pino, eroe forte e gentile! Ci mancherai fisicamente, ma il tuo ricordo sarà una presenza ancor più vivificante nella nostra quotidianità personale e di gruppo. Adesso che grazie a te abbiamo conosciuto ancora meglio il dolore saremo più forti, più bravi e, in nome tuo, più umani: saranno altri pazienti da seguire “con tutto il cuore”… compreso il tuo!
I tuoi amici e colleghi dell’Istituto del Pancreas