Il sequenziamento del genoma svela le alterazioni genetiche dell’adenocarcinoma del pancreas

E’ stato recentemente pubblicato su Nature uno studio dell’International Cancer Genome Consortium (ICGC) sul sequenziamento dell’intero genoma di 100 adenocarcinomi del pancreas.

Il sequenziamento dell’intero genoma – e non delle sole porzioni che codificano proteine (esoma, circa l’1% del genoma) – ha permesso di valutare in maniera estensiva, oltre ai danni puntiformi del DNA, i suoi riarrangiamenti strutturali.

Il precedente studio dell’ICGC sul sequenziamento dell’esoma nei medesimi 100 pazienti aveva mostrato un panorama mutazionale molto complesso e una enorme eterogeneità tra diversi tumori. Migliaia di geni presentavano mutazioni, e la maggior parte delle mutazioni evidenziate aveva una bassa frequenza. Ma oltre alle mutazioni puntiformi, che causano errori nella codifica del DNA tumorale e che riguardano geni ampiamente studiati (come in kRAS e il p53), nei tumori si verificano importanti riarrangiamenti nella struttura del materiale genetico: delezioni, ripetizioni, alcuni geni vengono completamente accesi o spenti, altri si fondono per formare nuove forme mutanti. Il sequenziamento dell’intero genoma consente di riconoscere tutti i riarrangiamenti strutturali del DNA.

Lo scopo dello studio dell’ICGC è stato di comprendere in che misura i riarrangiamenti strutturali sono coinvolti nella carcinogenesi pancreatica e di verificare l’esistenza di categorie di riarrangiamenti correlate al decorso clinico del tumore.

I risultati dello studio hanno rivelato un concetto completamente nuovo e potenzialmente rivoluzionario: esistono quattro gruppi di adenocarcinoma del pancreas, con un preciso profilo di riarrangiamenti strutturali del DNA tumorale.

  1. Sottotipo stabile (20% dei casi). Il genoma di queste neoplasie è relativamente stabile, con un livello basso di riarrangiamenti del DNA.
  2. Sottotipo riarrangiato localmente (30% dei casi). Il genoma di queste neoplasie è presenta riarrangiamenti soltanto in una particolare area del genoma.
  3. Sottotipo riarrangiato diffusamente (36% dei casi). Il genoma di questi tumori presenta riarrangiamenti in diverse aree del genoma.
  4. Sottotipo instabile (14% dei casi). Il genoma di questi tumori è “incredibilmente caotico” con innumerevoli riarrangiamenti su tutto il genoma.

La definizione dei riarrangiamenti genetici che “stanno dietro” la malattia può aprire nuove opportunità per il trattamento personalizzato dell’adenocarcinoma pancreatico.

Ad esempio, i risultati dello studio suggeriscono che i pazienti con sottotipo instabile potrebbero enormemente beneficiare di chemioterapie a base di platini, farmaci già in uso da anni su altri tumori (tra cui testicolo e ovaio), ma sinora di impatto limitato sui tumori del pancreas.

Lo studio è stato coordinato dal Prof. Andrew Biankin e dal Prof. Sean Grimmond (Garvan Institute of Medical Research, Sydney; Institute of Cancer Sciences, Glasgow; Queensland Centre for Medical Genomics, Brisbane). Il gruppo di Verona è stato coordinato dal Prof. Aldo Scarpa (Centro di ricerca ARC-NET), dal Prof. Claudio Bassi (Chirurgia del Pancreas) e dal Prof. Giampaolo Tortora (Oncologia Medica).

Per visualizzare l’abstract dello studio clicca qui.

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